“Se volete che domani sia differente, dovete rendere oggi differente.”
Gurdjieff
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Fotografia di Robert Doisneau
Lo Psicologo nella scuola, con la scuola e per la scuola: una figura professionale che connette alunni, professori e famiglie. La mia esperienza come psicologa scolastica si è focalizzata in particolare nelle Scuole Secondarie di primo grado, nel territorio del Magentino in cui opero da diversi anni. Ho collaborato come psicologa con la Cooperativa Sociale Pepita- La bottega dell’educare, in progetti di prevenzione sul bullismo, di orientamento scolastico e di educazione all’affettività.
Attraverso lo sportello di ascolto psicologico Non solo parole ho incontrato tantissime famiglie ed alunni, ho collaborato con numerosi insegnanti ed ho scoperto che l’esperienza nella scuola rappresenta una delle più preziose opportunità per uno psicologo clinico dell’età evolutiva perchè offre uno sguardo complesso sulle dinamiche che influenzano la crescita del ragazzo . Ho deciso di intitolare il progetto di ascolto psicologico “Non solo parole” per sottolineare l’importanza di tutte quelle forme (non verbali) attraverso cui si manifesta il disagio dei ragazzi in questo momento critico del ciclo di vita. Accade spesso, infatti che il disagio che il ragazzo si porta dentro, emerga nel contesto scolastico sia che esso sia legato ad insuccessi scolastici, sia che esso possa essere ricondotto come reazione emotiva alle difficili vicende familiari, sia che esso possa essere connesso ad esperienze infelici e pregresse di apprendimento/socializzazione.
Difficilmente il disagio dei preadolescenti viene manifestato attraverso le parole, difficilmente i ragazzi sono consapevoli delle loro difficoltà. Accade invece che il loro modo di esprimere i dubbi, le incertezze, la paura di non riuscire, di non sentirsi all’altezza delle situazioni si traduca a scuola in gesti concreti, in atteggiamenti, in comportamenti, in silenzi e in azioni che raccontino e svelino una parte del loro malessere. Essere attenti a questi segnali è importantissimo per cogliere l’opportunità d trasformare un momento di crisi, di empasse o di difficoltà in possibilità di attivare un cambiamento, senza rimanere intrappolati nelle etichette che limitano la capacità di agire e di pensare a delle soluzioni. Non solo parole vuole porre l’accento proprio su questo, vuole essere un monito a non trascurare tutti gli altri modi in cui un ragazzo può comunicare la sua fragilità, la paura di crescere, le difficoltà di relazionarsi con gli altri e con il mondo degli adulti, il timore di essere giudicato o non accettato. Il secondo motivo per cui ho intitolato il progetto “non solo parole” è legato alla mia metodologia di lavoro che si configura come un intervento prima di tutto di rete. Credo che lo psicologo nella scuola debba essere una figura che possa mettere insieme le risorse del sistema educativo a cui il minore appartiene, un ponte tra Scuola e Famiglia che possa collaborare al fine di rendere utili strategie educative che favoriscano l’espressione dei bisogni psico-evolutivi dei ragazzi.
Nella rubrica “La scuola che vorrei” potrete trovare alcuni articoli sulle più ricorrenti difficoltà degli alunni e delle alunne e le loro storie, i loro percorsi di crescita, alcuni spunti di riflessione frutto della condivisione del lavoro quotidiano con alcuni preziosi insegnanti, con quelli che rimangono oltre l’orario scolastico.