Il piacere di ricominciare. Spunti e riflessioni di inizio settembre

2015-09-14_17.44.17Ci siamo finiti dentro ancora, in questo, a tratti soleggiato, Settembre.“Settembre andiamo. E’ tempo di migrare” cantava D’Annunzio. Settembre è sempre stato il mio mese preferito, nonostante la ripresa delle consuete attività, del lavoro e della scuola e dei vecchi giri, ho sempre trovato fascino nel ricominciare. Ritengo nasconda il potere di rimescolare le carte.

Per ricominciare però, per dar vita a qualcosa di nuovo, occorre aver detto addio a ciò di cui sentiamo il bisogno di separarci. Per dirla con una canzone, “si muore un po’ per poter vivere”…dunque, occorre essere pronti ad affrontare il distacco da quelle parti di sè, che non sono più in sintonia con voi, con i vostri bisogni, con il vostro benessere. E allora prima di ricominciare, prendetevi del tempo per interrogarvi: da dove voglio ricominciare?

Ci si può fermare ed essere disposti a riempirsi di inedito, qual è l’ultima volta che vi siete sorpresi a fare qualcosa di inaspettato? Oppure lo si può fare in movimento, viaggiando con se stessi, non esiste una regola, purché si corra il rischio di non seguire itinerari preconfezionati.

Ecco allora tre spunti per ricominciare, per costruire altre possibilità, per sognare, per mettere radici e per migrare. Per restare dentro alle cose, senza maschere, trasformandole in opportunità di crescita.

  1. Felici si diventa.
  2. Immergiti in altri mondi, leggi, ascolta delle storie: coltiva l’empatia.
  3. Impara a star bene con te stesso

20150915_104341Felici si diventa. Uno studio scientifico ispirato al metodo “La ginnastica della felicità”  del filosofo Christian Boiron condotto all’Università di Siena, coordinato dal Prof. Enrico Cheli, ha verificato con successo se tale metodo è in grado di rendere le persone più felici. Suggerisco la lettura del libro per approfondire qualche esercizio e sottolineo l’idea che la felicità richiede impegno, è un muscolo che va allenato. Non si può e non si deve cercare di essere sempre felici, soddisfatti, sintonizzati con i propri desideri ed autocentrati. Tuttavia, ci si può predisporre a questo stato d’animo,  ricercando dentro di se ( e non fuori) i gesti, le relazioni, i pensieri, le emozioni che ci rendono felici. E’ un esercizio non scontato,  intimo e per certi versi audace. Occorre sviluppare un atteggiamento mentale, che può apparire contro intuitivo, perché spesso siamo inclini a preoccuparci di ciò che non abbiamo.

Per modificare quest’approccio si possono sperimentare diversi esercizi, uno tra questi è  esercitare la gratitudine. Fai un esperimento: cerca un momento della giornata di 5 minuti e segna tutte le cose per cui sei grato (un luogo, una persona, una cosa, un’attenzione, un imprevisto simpatico, un rito, un incontro, ecc…) per una settimana e domenica sera rileggi la lista. Osserva  il tuo stato d’animo quando hai terminato di leggerla.diario_complimenti_20

Immergiti in altri mondi, leggi, ascolta delle storie: coltiva l’empatia. La capacità di ascoltare gli altri, leggere ed appassionarsi ad un’altra storia, la si può trovare  dentro un libro, dentro un articolo, dentro un film, in una serie televisiva.  Ascoltare altre storie aiuta ad affinare un’arte importantissima: l’empatia. Il 4 settembre è stato inaugurato il Museo dell’Empatia, a Londra. L’empatia è l’arte di indossare i panni di qualcun altro e provare a vedere il mondo attraverso il suo sguardo. Credo sia lo strumento più potente per comprendere la vita degli altri e tutte quelle parti di noi, ancora in ombra.  

Impara a star bene con te stesso. Star bene con se stessi non significa stare necessariamente soli. Nè diventare quello che vorremmo essere, né quello che ci chiedono gli altri. Imparare a star bene significa principalmente accettare la grande avventura di essere se stessi, con tutti i demoni, le paure, le imperfezioni, le ferite che ci caratterizzano, che raccontano di noi, che ci rendono unici. Prendo in prestito le parole del poeta Rilke: «Sii paziente con tutto quello che rimane irrisolto nel tuo cuore. Sforzati di amare le domande, anche se ti sembrano porte chiuse a chiave o libri scritti in una lingua straniera. Non cercare le risposte. Non ti verranno date perché non sei ancora in grado di accettarle. Bisogna prima vivere ogni momento, ogni domanda, e un giorno, senza neanche accorgertene, ti farai strada da solo verso le risposte».